In un momento così delicato per l'Italia dovuto all'Emergenza COVID-19 che ha ulteriormente aggravato la condizione delle persone con autismo che si ritrovano ancora una volta ad affrontare un dramma nel dramma in solitudine ma allo stesso tempo pensiamo che frenare la ricerca sia un prezzo troppo alto e ingiusto da pagare.
Riportiamo di seguito la risposta della dott.ssa Marini Marina, Università di Bologna, ad una email dove chiaramente descrive il progetto che con la raccolta fondi FIA si andrà a finanziare e gli outcome attesi:
<<...Ciò che maggiormente colpisce le famiglie è ovviamente il fatto che il progetto si propone di valutare l'efficacia di un integratore alimentare, ma questa è solo una parte del progetto stesso. Infatti, i bambini verranno studiati da tantissimi punti di vista, realizzando quella che potrebbe essere l'analisi più approfondita che sia mai stata realizzata; si raccoglieranno diverse centinaia di parametri e si procederà all'analisi con metodiche di Intelligenza Artificiale, nel tentativo di cogliere caratteristiche mai prima identificate e l'eventuale presenza di sottogruppi definiti da parametri biologici/biochimici/ metabolici, ecc. Da solo, questo studio potrebbe rappresentare una svolta nella comprensione dell'autismo idiopatico, e costituire la base per nuove indicazioni terapeutiche, anche diverse da quelle che per il momento abbiamo preso in considerazione. Lo studio dei parametri sarà effettuato due volte, prima e dopo 4 mesi di assunzione dell'integratore. Ci tengo a sottolineare che abbiamo raccolto l'adesione entusiasta di ben 14 gruppi italiani, ciascuno dei quali esaminerà i parametri sui quali ha maggiore competenza. Infatti nessun gruppo può da solo annoverare tutte le competenze che saranno messe in campo in questo progetto.
-Il prodotto nutraceutico è costituito da ben 18 componenti naturali, per ciascuno dei quali, preso singolarmente, esistono pubblicazioni che ne documentano i benefici sui sintomi caratteristici dell'autismo. Ad esempio, l'estratto di broccoli è stato studiato in sedici pazienti, nella maggior parte dei quali è stato riscontrato miglioramento dell'attenzione, del contatto oculare, della verbalizzazione. Un'altra ricerca ha riportato che il palmitoiletanolammide (ammide di un acido grasso) ha avuto effetti positivi su linguaggio espressivo, comportamento, capacità cognitive di due bambini con autismo idiopatico. Si trattava di piccoli studi, che da soli non concludono molto. (Noi partiremo da un gruppo più numeroso di bambini, accuratamente selezionati.) Per altri componenti dell'integratore ci sono prove che essi normalizzano dei parametri biochimici che sono alterati in tutti o nella maggior parte dei pazienti con autismo. Quindi il miglioramento che ci attendiamo con tali componenti è di tipo biochimico, ad esempio si potrebbe osservare un calo dei mediatori dell'infiammazione. Però, a nostro parere, se ci sono delle anomalie, queste potrebbero avere ripercussioni sui sintomi tipici dell'autismo e comunque sarebbe deontologico combattere l'infiammazione o altre alterazioni riscontrate.
Inoltre, noi crediamo che la somministrazione di più principi attivi in contemporanea possa dare un effetto sinergico, ossia, 1+1 potrebbe fare 3 e non 2. Le dosi sono state studiate comunque in maniera da evitare sovradosaggi.
-Per mettere in commercio un integratore alimentare non è necessario provare la sua efficacia. Se poi l'integratore porta a miglioramenti, le famiglie attivano un passaparola e molte lo acquistano. Purtroppo le informazioni relative all'utilità dell'integratore restano in tal modo "anedottiche" e non aumentano le conoscenze mediche. Noi ci proponiamo di valutare gli stessi parametri sia all'inizio dello studio sia dopo 4 mesi di trattamento. Naturalmente anche le caratteristiche cliniche saranno rivalutate, per vedere se il linguaggio, l'attenzione, l'elettroencefalogramma, o altre caratteristiche sono cambiate in meglio (o in peggio). I pazienti saranno divisi in due gruppi, uno assumerà l'integratore e l'altro assumerà placebo; le famiglie e i clinici che devono valutare i bambini saranno all'oscuro del trattamento, in modo da eliminare ogni influenza dovuta alle aspettative. Solo alla fine dello studio si saprà chi ha avuto l'uno o l'altro trattamento.
-Queste modalità ci consentiranno di dare evidenza scientifica agli eventuali miglioramenti, di caratterizzare, ad esempio, i sottogruppi di pazienti che potranno beneficiare dell'integratore, ci potranno dare indicazioni su quali alterazioni biochimiche, biologiche, ecc. influiscono su alcuni comportamenti, ecc. Alla fine, potrebbe risultare anche qualche suggerimento per la formulazione di un integratore più efficace. SIA CHIARO CHE NON PROMETTIAMO EFFETTI MIRACOLOSI, anche se siamo fiduciosi che lo studio porterà risultati importanti.
-Purtroppo la maggior parte degli studi eseguiti finora è stata di tipo clinico-comportamentale, quindi descrittivo, oppure genetico (con scarse ripercussioni sul trattamento). Le famiglie hanno quindi perso fiducia nella ricerca. Questa è la prima occasione di studiare a fondo questa patologia, che ancora ci appare misteriosa, e di dare una svolta alla sua storia naturale.
Non entro in ulteriori dettagli, ma sono a disposizione per rispondere ad eventuali altre domande sue o di altre famiglie. Sono fiduciosa che, nonostante il momento poco favorevole, le famiglie coglieranno questa straordinaria opportunità e si attiveranno per la raccolta dei fondi necessari>>
Mai come ora dobbiamo rimanere uniti!.